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Italian to English: I fagi temperati come veicolo di trasmissione di geni di resistenza negli streptococchi di gruppo A
Source text - Italian Infezioni gravi dovute allo Streptococcus pyogenes sono in aumento in diversi paesi del mondo, in modo particolare in età pediatrica. Queste infezioni sono associate a tassi di mortalità che arrivano anche al 50%. Sembra che la gravità e la frequenza delle infezioni invasive da streptococco siano aumentate negli ultimi decenni malgrado si sia assistito ad un declino generale dei casi grazie all’impiego degli antibiotici.
L'aumento di malattie invasive da un lato e la comparsa di antibiotico resistenza dall’altro, è indice di un processo evolutivo rapido e significativo dovuto ad eventi genetici, tra i quali, il trasferimento genetico orizzontale che ha portato alla comparsa di nuovi ceppi con nuove caratteristiche fenotipiche importanti nell’interazione ospite-parassita.
In questo contesto, i batteriofagi temperati giocano un ruolo certamente importante.
In S. pyogenes, i geni che conferiscono la resistenza ai macrolidi mediata da sistemi di efflusso e la resistenza alle tetracicline mediata da alcuni fattori di protezione ribosomale sono contenuti in profagi funzionali inseriti nel genoma del batterio. Ad oggi, tuttavia, non si ha una dimostrazione definitiva di trasferimento genetico orizzontale di determinanti di resistenza agli antibiotici mediato da batteriofagi.
Translation - English Severe infections due to Streptococcus pyogenes are on the increase in several countries throughout the world, especially in pediatric patients. Such infections are associated with mortality rates of up to 50%. The severity and frequency of streptococcal invasive infections appear to have risen over the last few decades, despite a general decline in the number of cases thanks to antibiotic use.
The increase in the number of invasive infections on the one hand, and the emergence of antibiotic resistance on the other reflect a rapid and significant evolutionary process due to genetic events, such as horizontal gene transfer, which has led to the appearance of new strains with new phenotypic characteristics that have significant effects on host-parasite interactions.
In such context, temperate bacteriophages certainly play an important role.
In S. pyogenes, the genes conferring efflux-mediated macrolide resistance and tetracycline resistance mediated by some ribosomal protection factors are carried by functional prophages inserted in the bacterial genome. However, bacteriophage-mediated horizontal gene transfer of antibiotic resistance determinants has not yet been demonstrated conclusively.
Italian to English: Anatomia funzionale dell'organo adiposo
Source text - Italian Introduzione:
Per molti anni il tessuto adiposo bianco è stato trascurato dai ricercatori per diverse ragioni. Tra queste, sicuramente ha avuto un peso importante il fatto che la sua distribuzione nel corpo dei mammiferi è diffusa, apparentemente mal localizzata, quasi a riempire gli spazi interstiziali tra i vari organi come una qualsiasi struttura connettivale. Esso infatti risulta distribuito sia a livello cutaneo (derma), sia a livello sottocutaneo, sia a livello peri-viscerale (mediastinico, retroperitoneale, intraperitoneale: omentale, mesenterico ecc.) o intra-viscerale (parotide, midollo osseo, paratiroide, pancreas). Quando fu scoperta la natura cellulare di questo tessuto connettivo l’ interpretazione funzionale fu rapida ed intuitiva: dato il suo alto contenuto di grasso (trigliceridi) esso doveva rappresentare un deposito energetico da utilizzare nei periodi di digiuno più o meno prolungato e quindi, in qualità di magazzino non utilizzato nella routine fisiologica quotidiana, non poteva avere una grande importanza.
Anche l’ aspetto istologico non appariva particolarmente interessante: cellule sferiche di 70-90 microns di diametro con un sottile citoplasma che circonda un' unica goccia di grasso (trigliceridi). Scarsi risultavano gli altri elementi citologici presenti nel tessuto: macrofagi, mastociti e fibroblasti ed anche la vascolarizzazione e la innervazione non risultavano particolarmente interessanti.
La descrizione del tessuto adiposo bruno dei mammiferi ebbe una storia indipendente. La denominazione di questo tessuto come tessuto adiposo deriva dal suo alto contenuto in trigliceridi mentre l’ aggettivo bruno stava ad indicare il differente colore , visibile ad occhio nudo ed era dovuto ad una diversa anatomia cellulare e tissutale: le cellule risultano più piccole (30-50 microns di diametro) e non propriamente sferiche (poliedriche) con il nucleo rotondeggiante, talora in posizione centrale. La caratteristica distintiva peculiare risiede nella diversa modalità di organizzazione dei trigliceridi citoplasmatici: numerose gocce indipendenti (multiloculare), peculiarità ben visibile al microscopio ottico. Al microscopio elettronico appare un’ altra caratteristica distintiva differenziale rispetto al tessuto adiposo bianco: il citoplasma è pieno di mitocondri grossi e ricchi di creste. Anche le caratteristiche istologiche sono diverse rispetto al bianco: i vasi sono assai più diffusi e la innervazione appare infiltrare il parenchima formando numerosi contatti sinaptici neuro-adipocitici. L’ alta densità capillare del tessuto e la grande quantità di mitocondri delle cellule sarebbero i principali responsabili del colore bruno del tessuto. Sebbene anche il tessuto adiposo bruno avesse una organizzazione distributiva di tipo interstiziale appariva spesso più semplice descrivere precise localizzazioni nel corpo dei mammiferi, specie di quelli di piccola taglia.
Attorno agli anni 60 fu descritta la funzione del tessuto adiposo bruno come tessuto che produce calore e contemporaneamente fu descritta la sua abbondanza negli ibernanti. Ciò portò a circoscrivere la sua importanza anche per il fatto che appariva sempre più evidente che nei mammiferi di grossa taglia (uomo compreso) la sua presenza era assai trascurabile.
Translation - English White adipose tissue (WAT) has largely been ignored by researchers for many years. One major reason for this is its diffuse distribution and its apparently uninteresting localisation in the mammalian body, as if filling the interstitial spaces among the various organs like a connective tissue. White adipose tissue is distributed at the cutaneous (dermis), subcutaneous, perivisceral (mediastinal, retroperitoneal, intraperitoneal: omental, mesenteric etc.) and intravisceral (parotid, bone marrow, parathyroid, pancreas) levels. When the cellular nature of this connective tissue was first unveiled, the functional interpretation came quickly and intuitively: given its high fat content (triglycerides), WAT had to be an energy depot for short or prolonged fasting periods; however, not being used in the physiological daily routine, it could not be very important.
Its histological aspect (Fig. 1) was similarly uninspiring, consisting of spherical cells 70-90 m in diameter with a thin rim of cytoplasm surrounding a single lipid droplet (triglycerides); scarce cytological tissue elements (macrophages, mast cells and fibroblasts); and unimpressive vascularity and innervation.
The description of mammalian brown adipose tissue (BAT) had a separate history. The term adipose is due to its high triglyceride content, whereas brown is due to its darker hue compared with white fat, a colour that is visible to the naked eye and stems from its different cellular and tissue anatomy: smaller (30-50 m in diameter) and not properly spherical (polyhedral) cells with a rounded nucleus occasionally located in central position. The distinctive feature of BAT is the multilocular organisation of cytoplasmic triglycerides into multiple separate droplets that are easily seen at the light microscope (Fig. 2). The electron microscope evidences large and cristae-rich mitochondria filling the cytoplasm (Fig. 3), another distinguishing characteristic from white fat. The histological features of BAT are also different: vessels are much more diffuse and nerves appear to infiltrate the parenchyma, forming numerous neuro-adipocytic synaptic contacts. It is the high capillary density of this tissue and the large amount of mitochondria found in brown adipocytes that confer on BAT its brown colour. Despite a similar interstitial distribution, the mammalian BAT is easier to localise precisely compared with WAT, especially in smaller animals.
The function of BAT—heat production—and its large proportion in hibernating animals were described in the 1960s. This led to circumscribe the importance of this tissue, also because it was increasingly clear that its amount was negligible in large mammals, man included.
Italian to English: Anatomia funzionale dell'organo adiposo
Source text - Italian Introduzione:
Per molti anni il tessuto adiposo bianco è stato trascurato dai ricercatori per diverse ragioni. Tra queste, sicuramente ha avuto un peso importante il fatto che la sua distribuzione nel corpo dei mammiferi è diffusa, apparentemente mal localizzata, quasi a riempire gli spazi interstiziali tra i vari organi come una qualsiasi struttura connettivale. Esso infatti risulta distribuito sia a livello cutaneo (derma), sia a livello sottocutaneo, sia a livello peri-viscerale (mediastinico, retroperitoneale, intraperitoneale: omentale, mesenterico ecc.) o intra-viscerale (parotide, midollo osseo, paratiroide, pancreas). Quando fu scoperta la natura cellulare di questo tessuto connettivo l’ interpretazione funzionale fu rapida ed intuitiva: dato il suo alto contenuto di grasso (trigliceridi) esso doveva rappresentare un deposito energetico da utilizzare nei periodi di digiuno più o meno prolungato e quindi, in qualità di magazzino non utilizzato nella routine fisiologica quotidiana, non poteva avere una grande importanza.
Anche l’ aspetto istologico non appariva particolarmente interessante: cellule sferiche di 70-90 microns di diametro con un sottile citoplasma che circonda un' unica goccia di grasso (trigliceridi). Scarsi risultavano gli altri elementi citologici presenti nel tessuto: macrofagi, mastociti e fibroblasti ed anche la vascolarizzazione e la innervazione non risultavano particolarmente interessanti.
La descrizione del tessuto adiposo bruno dei mammiferi ebbe una storia indipendente. La denominazione di questo tessuto come tessuto adiposo deriva dal suo alto contenuto in trigliceridi mentre l’ aggettivo bruno stava ad indicare il differente colore , visibile ad occhio nudo ed era dovuto ad una diversa anatomia cellulare e tissutale: le cellule risultano più piccole (30-50 microns di diametro) e non propriamente sferiche (poliedriche) con il nucleo rotondeggiante, talora in posizione centrale. La caratteristica distintiva peculiare risiede nella diversa modalità di organizzazione dei trigliceridi citoplasmatici: numerose gocce indipendenti (multiloculare), peculiarità ben visibile al microscopio ottico. Al microscopio elettronico appare un’ altra caratteristica distintiva differenziale rispetto al tessuto adiposo bianco: il citoplasma è pieno di mitocondri grossi e ricchi di creste. Anche le caratteristiche istologiche sono diverse rispetto al bianco: i vasi sono assai più diffusi e la innervazione appare infiltrare il parenchima formando numerosi contatti sinaptici neuro-adipocitici. L’ alta densità capillare del tessuto e la grande quantità di mitocondri delle cellule sarebbero i principali responsabili del colore bruno del tessuto. Sebbene anche il tessuto adiposo bruno avesse una organizzazione distributiva di tipo interstiziale appariva spesso più semplice descrivere precise localizzazioni nel corpo dei mammiferi, specie di quelli di piccola taglia.
Attorno agli anni 60 fu descritta la funzione del tessuto adiposo bruno come tessuto che produce calore e contemporaneamente fu descritta la sua abbondanza negli ibernanti. Ciò portò a circoscrivere la sua importanza anche per il fatto che appariva sempre più evidente che nei mammiferi di grossa taglia (uomo compreso) la sua presenza era assai trascurabile.
Translation - English White adipose tissue (WAT) has largely been ignored by researchers for many years. One major reason for this is its diffuse distribution and its apparently uninteresting localisation in the mammalian body, as if filling the interstitial spaces among the various organs like a connective tissue. White adipose tissue is distributed at the cutaneous (dermis), subcutaneous, perivisceral (mediastinal, retroperitoneal, intraperitoneal: omental, mesenteric etc.) and intravisceral (parotid, bone marrow, parathyroid, pancreas) levels. When the cellular nature of this connective tissue was first unveiled, the functional interpretation came quickly and intuitively: given its high fat content (triglycerides), WAT had to be an energy depot for short or prolonged fasting periods; however, not being used in the physiological daily routine, it could not be very important.
Its histological aspect (Fig. 1) was similarly uninspiring, consisting of spherical cells 70-90 m in diameter with a thin rim of cytoplasm surrounding a single lipid droplet (triglycerides); scarce cytological tissue elements (macrophages, mast cells and fibroblasts); and unimpressive vascularity and innervation.
The description of mammalian brown adipose tissue (BAT) had a separate history. The term adipose is due to its high triglyceride content, whereas brown is due to its darker hue compared with white fat, a colour that is visible to the naked eye and stems from its different cellular and tissue anatomy: smaller (30-50 m in diameter) and not properly spherical (polyhedral) cells with a rounded nucleus occasionally located in central position. The distinctive feature of BAT is the multilocular organisation of cytoplasmic triglycerides into multiple separate droplets that are easily seen at the light microscope (Fig. 2). The electron microscope evidences large and cristae-rich mitochondria filling the cytoplasm (Fig. 3), another distinguishing characteristic from white fat. The histological features of BAT are also different: vessels are much more diffuse and nerves appear to infiltrate the parenchyma, forming numerous neuro-adipocytic synaptic contacts. It is the high capillary density of this tissue and the large amount of mitochondria found in brown adipocytes that confer on BAT its brown colour. Despite a similar interstitial distribution, the mammalian BAT is easier to localise precisely compared with WAT, especially in smaller animals.
The function of BAT—heat production—and its large proportion in hibernating animals were described in the 1960s. This led to circumscribe the importance of this tissue, also because it was increasingly clear that its amount was negligible in large mammals, man included.
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Translation education
Bachelor's degree - Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori Trieste, Italy
Experience
Years of experience: 36. Registered at ProZ.com: Mar 2005.
I have been doing IT>EN translations, language revisions of science manuscripts in English and manuscript review and editing for more than 20 years. I mainly work with academic clients and have gained considerable experience in this field, to the extent that I am even asked to write the relevant abstracts myself.
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